Vittorio Sgarbi

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L’ultimo gigante

VS1_9[1]Definito non a torto “l’ultimo gigante” dell’Arte Italiana, nel senso di grande conoscitore e protettore dell’immenso patrimonio artistico Italiano, Vittorio Sgarbi ha elargito pillole di saggezza a una platea di centinaia di persone tra cui uomini e donne di cultura e artisti noti e meno noti. L’occasione dell’incontro di Vittorio Sgarbi con il pubblico, a Palazzo Barberini nel Salone Monumentale Piero da Cortona è stata la presentazione del suo ultimo libro “II tesoro d’Italia”. La lunga avventura dell’arte” edito da Bonpiani. Moderatore dell’incontro Armando Torno che subito introduce il ministro per i Beni e le attività culturali Massimo Bray le cui parole sono state misurate ma puntuali a sottolineare che l’arte è consapevolezza che deve guidare l’impegno politico per raggiungere il bene comune. L’arte deve favorire la rinascita di uno Spirito nazionale volto all’impegno civico, ultima speranza di salvare l’immenso patrimonio artistico e meraviglioso che l’Italia possiede, unico nel mondo.VS2_9[1] Secondo Michele Ainis, costituzionalista e autore dell’introduzione del libro, il nostro è un tesoro da tutelare e da promuovere ma le cifre stanziate per questa causa sono ben lungi da poter attuare tale proposito. Esordisce al fine Sgarbi parlando di ciò che è pubblico e di ciò che è privato. Lo stato, nel tenere nascosti tesori che potrebbero essere fruiti, meglio dire goduti, in realtà li priva alla cittadinanza. Tenendo chiusi monumenti e luoghi di grande importanza storica e artistica li esclude dalla possibilità di essere visitati, nega quindi la possibilità di conoscere le proprie radici artistiche e quindi la propria storia. Il cittadino viene quindi privato della possibilità di usare e ripetiamolo di godere di un bene pubblico che in realtà gli appartiene. Da qui il paradosso che quando è il cittadino a possedere un bene, fa di tutto per preservarlo, che sia una bella auto, o che sia un museo o un luogo d’arte sostituendosi a volte allo stato come nel caso d’importanti opere di ristrutturazioni fatte da privati che con i propri sacrifici le hanno di nuovo rese “pubbliche” Sgarbi ci dice che non è vero che “con l’arte non si mangia”, a testimonianza di ciò si avvale di alcuni esempi di ristrutturazioni artistiche di opere d’arte presenti sul nostro territorio da secoli, come i Sassi di Matera che hanno portato flussi di turisti da tutto il mondo. Il mondo intero guarda al patrimonio artistico dell’Italia, ma come potrà prenderne atto il nostro mondo politico se proprio loro per primi non hanno rispetto e cultura artistica? Nel suo libro Sgarbi compone un Tracciato nuovo della storia dell’arte, sposta alcuni centri di arte e cultura e li colloca oltre alle grandi città come Firenze e Bologna, su villaggi, specialmente delle marche e cita circa 40 artisti noti e meno noti per comporre una mappatura diversa e non senza sorprese in una nuova sintassi artistica che supera la scuola della critica d’arte proposta da Giulio Carlo Argan. Ne escono delle vere e proprie scoperte e un motivo conduttore ben esplicito: che l’Arte oltre ad essere fruita deve far GODERE!!!

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