La stazione dei Piccoli Artisti in scena al teatro Claudio di Tolfa
Il gruppo Junior Play del Laboratorio Teatrale Permanente è andato in scena con una commedia da far quasi “morire dal ridere”. Tratta dal romanzo di A. Campanile, per l’adattamento e la regia di M. Concetta Galluso, gli interpreti, tutti di età compresa tra i sei e gli undici anni, hanno dato prova di saper tenere la scena sorprendentemente con un’energia e una maturità artistica che ha lasciato il pubblico estasiato. Completamente a loro agio questi piccoli artisti hanno saputo rendere la brillantezza della commedia e il ritmo vorticoso della scrittura di Campanile. Alla morte del “povero Piero” i familiari cercano di rispettarne le ultime volontà: comunicare la notizia a esequie avvenute. Ma non è facile nascondere l’accaduto e il salotto di casa diventa sempre più affollato di parenti e amici che arrivano per unirsi al dolore della vedova. E così mentre il defunto viene sballottato, trafugato, nascosto negli armadi, iniziano i rituali, i gesti convenzionali e le piccole ipocrisie legati ad ogni morte: le frasi di cordoglio, le trattative con l’impresario delle pompe funebri, gli addobbi floreali, i necrologi, i messaggi degli amici.
Aldilà della trama, che rientra in quel teatro dell’assurdo, contano gli episodi collaterali, una dilagante sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino al colpo di scena finale. Un carosello di personaggi ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, diciannove piccoli attori che hanno saputo divertirsi e divertire in maniera travolgente, sapientemente diretti dalla loro insegnante Concetta che ha voluto mantenere la serissima riflessione sulla vita e sulla morte, con lo spensierato sorriso che l’autore voleva e che appartiene ai bambini. La scenografia, realizzata da Rosa Saltarini in collaborazione con la regista, e con la gentile partecipazione delle responsabili del Teatro Claudio a Tolfa, le signore Fiorella e Simona, ha voluto mantenere un’atmosfera sobria ma dettagliata, riproducendo il salotto di casa D’Avenza, palcoscenico di rocamboleschi malintesi e personaggi, grotteschi, seri, faceti, reali, ogni volta diversi. Il proscenio e la platea sono stati quel luogo altro, il fuori campo dove agiva l’animo del Povero Piero, e di tutti noi. Quei pensieri a voce alta di un uomo qualunque, che senza moralismi invitano semplicemente a condividere e confrontarsi su concetti astratti e universali come la vita e la morte e le conseguenti reazioni umane. Grazie a tutti gli interpreti e a tutti gli allievi de “La Stazione dei Piccoli Artisti” per esserci stati e per esserci, per le irripetibili emozioni che si rinnovano nella loro unicità, grazie a tutte quelle persone che anche inconsapevolmente vi hanno preso parte.