Storie e foto inedite di vita vissuta

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Tracciati d’Arte n. 7

Dopo oltre quarant’anni, Peppe Militello, tira su le tende del suo palcoscenico aprendo il sipario, raccontandoci e facendoci conoscere aneddoti e storie vere, vissute insieme all’arte e ai grandi maestri di un recente passato. 

PM7_1Tutto ebbe inizio nel lontano 1960, avevo appena compiuto 18 anni. Lasciata la mia amata città, Catania, presi il treno e sbarcai a Roma. A quei tempi Roma viveva la magia dell’allegria e tanta dolcezza. Poco tempo dopo venni assunto come postino a Bologna. Era il 1962 ed iniziò tutto quello che segue… Club “Il Pellicano” di Modena. Una sera di primavera del 1963, ero stato invitato dal batterista di Giorgio Gaber. Come potete notare e vedere nella foto, c’è un Gaber in carne ed ossa, più ossa che carne. Ricordo bene quella sera, accadde un fatto molto particolare. Verso le 22 circa, si presentò all’entrata del club, un barbone che voleva entrare a tutti i costi. Intervenne la sicurezza, lo presero e lo buttarono fuori a pedate! Ma lui, il barbone, insisteva per entrare. Sentivamo tanto trambusto, io e Giorgio Gaber fummo curiosi e andammo a vedere cosa stesse accadendo. Ad un tratto vidi Gaber gridare:- ma cosa state facendo!!! Tirando la giacca al proprietario del locale il sig. Nino Malferrari. Gaber infuriato come un leone disse:- ma come, non fate entrare il cantante??? Tutti rimanemmo pietrificati. Alla fine quel barbone, piccolo, peloso, e anche un po’ puzzolente era Lucio Dalla. Tutto accadeva nel 1963 al Pellicano di Modena, voglio aggiungere che alla fine lo fecero suonare e meraviglia delle meraviglie, quel piccolo uomo si trasformò in un gigante.

A cura di Peppe Militello – il menestrello degli artisti

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La più splendida era lei, parliamo di Monica Vitti.
Quella sera mi son detto, io, menestrello, come posso cantare con l’attrice più grande del momento!! Come potete notare la mia mano destra era bloccata non riuscivo a muoverla! Lei cantava ed io fermo! Monica mi disse: Peppe, Peppe, canta… ma, n’do vai, se la banana nun ce l’hai…..

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Monica Vitti mentre insegna l’espressione artistica a Peppe Militello Tutto accadeva nel salotto di Cristina e Tony Porcella (dietro Monica si intravede l’indimenticabile giornalista e critico d’arte Domenico Guzzi)

PM7_4Latte di capra
Non è facile parlare di Vittorio Sgarbi. Tutti o quasi tutti conoscono il furioso Sgarbi. Per quanto concerne a me, il prof. Vittorio è un uomo gentile e affabile. Sgarbi ha due personalità come il dott. Jeckyll e mr. Hyde. Ma… dal momento che lui vede una telecamera televisiva accesa il suo viso si trasforma e diventa una belva, la tigre che tutti gli italiani conoscono. Se per caso incontrate Vittorio Sgarbi, invitatelo al bar a prendere un caffè, constaterete che è un vero gentiluomo e nel darli la vostra mano per salutarlo guardatelo negli occhi, vi direte… ma questo è Vittorio Sgarbi il furioso, quello che aggredisce minacciando con violenza e furia? Alla fine direte: è un grande attore e un meraviglioso uomo. Merita il Leone D’Oro!

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Alfredo Rapetti figlio del grande Mogol, pittore raffinato ed elegante. Quando si guarda un’ opera di Rapetti vorresti entrare, senza bussare, nel futuro. Certo io non sono ne pittore ne critico, ma dopo una vita, assistendo per anni illustri maestri del passato e conoscendo le loro tecniche artistiche, credo che qualcosa avrò imparato! Alfredo Rapetti è un pittore ultramoderno, pochi lo comprendono. Forse Rapetti dovrà incontrare un nuovo Lucio Battisti.

PM7_6Il miracolo dei Giacobini.
Raccontare una storia e parlare di un personaggio famoso è semplice certo, ma non facile dopo mezzo secolo. Quando un uomo arriva all’“Età dell’Oro”, cioè anziano, rimembra sempre il passato. Vorrei parlare di un personaggio che tutta l’Italia conosce bene. Era il lontano 1961 Pippo Baudo abitava in un piccolo appartamento diviso con Tony Cucchiara, in via dei Giornalisti a Roma. Nell’Italia di quel periodo noi ragazzi avevamo tutti lo stesso problema: il benedetto lavoro! I politici di ieri e di oggi sono tradizionali e fedeli nel tradire l’articolo 1° della nostra costituzione, mi viene da dire… sono veramente bravi!!! (e noi della redazione aggiungiamo… sono veramente bravi!!!). Nel 1960 Pippo Baudo era il signor NESSUNO. Io ero venuto a Roma per lavoro. Mi presentai in Rai per fare la comparsa ma non venni MAI chiamato. Abitavo vicino a Pippo Baudo e quasi tutte le mattine ci incontravamo. Una di quelle mattine andai da lui, ero a terra e disperato “…caro Pippo” dissi, “ non posso più rimanere a Roma, ormai non ho più nemmeno i soldi per mangiare e non riesco a trovare uno straccio di lavoro!” Pippo capì il mio totale sconforto ma!! All’indomani sera, il miracolo!!! Baudo si presentò alla mia porta dicendomi: Peppe, domani mattina vai in via Teulada 66, in Rai e chiedi della signora Piazza, vedrai, lavorerai per due mesi! Quella fu per me un’occasione che avrebbe aperto le porte del mio avvenire. Ricordo bene, feci il figurante speciale allo sceneggiato “I Giacobini”, con la regia di Fenoglio, Baudo con quell’occasione mi diede il mio pane sicuro. Grazie a te, Pippo mi sono costruito una famiglia e oggi sono un nonno felice. Pochi sanno di te, della tua generosità e del bene che hai fatto a tanti artisti, sconosciuti, che oggi sono persone di successo e famosi!!! Avrei tanto da raccontare… Ti ricordi quella sera è stata la tua prima apparizione in televisione. Eravamo in Viale Regina Margherita alla sala del bowling, e il grande signor Allegria Buongiorno (Mike Bongiorno) disse: ”…adesso ci colleghiamo con Roma, la parola a un giovane presentatore, a te Pippo Baudo” Quella sera tutta l’Italia conobbe il Pippo Nazionale. Ringrazio la rivista Tracciati d’Arte che mi ha dato quest’occasione. Lunga Vita a Pippo Giuseppe Baudo.

Peppe Militello il menestrello degli artisti.

Nota dell ’editore

Peppe Militello è stato assistente e menestrello di grandi artisti del passato come: Renato Guttuso, Renzo Vespignani, Carlo Levi, Ugo Attardi, Leonardo Sciascia, Riccardo Tommasi Ferroni, Carlo Quattrucci, Alberto Sughi, Carlo Cattaneo e altri. Il nomignolo “menestrello degli artisti” gli fu attribuito dal grande Carlo Levi. Negli anni dell’Oro di Roma Peppe Militello era cercato da molte persone della “Dolce Roma” poiché la sua compagnia rallegrava e portava vitalità. Negli studi degli artisti, nelle case dei galleristi, degli attori del momento, di giornalisti e durante molte inaugurazioni di mostre, ed eventi, Peppe rendeva frizzante e brioso ogni incontro, la sua chitarra, suonava per loro con impulso e passione trascinando gli animi dei partecipanti. Molti personaggi noti e meno noti scrissero versi e poesie che furono musicate da Peppe Militello. Sciascia, Levi, Guttuso, Vespignani, Pasolini e tanti altri, vivono ancora anche nelle interpretazioni musicali degnamente registrate dal “Menestrello degli artisti”. E allora, io mi chiedo, chi è in realtà questo Peppe, oltre ad essere il postino di Trastevere? E’ forse uno degli ultimi depositari di una grande ricchezza, testimone di accadimenti, azioni e racconti da trasferire alle giovani generazioni per fornire loro un indizio rigenerante? Peppe ci parla dei desideri, ma anche dei sacrifici che la vita impone a chi ricerca la propria strada. Una cultura che non s’impara a scuola, che non è scritta nei libri, e di cui non parla la televisione. Gli aneddoti di Peppe raccontano di particolari che nessuno conosce poiché vissuti in prima persona nella frequentazione giornaliera di un mondo pulsante di sinergie e d’incontri a casuali dove l’impensabile può accadere e i sogni più incredibili si possono avverare. E’ il mondo dell’arte, un universo dove il sognare è d’obbligo, l’intuizione, l’idea, diventa verità, è proprio lì che il sensibile si trasforma in prodotto, rappresentazione, opera materiale, lì il verbo si fa carne poiché pensato intimamente con la forza dell’intenzionalità. Insomma, mi piace pensare che Peppe abbia vissuto anni speciali a contatto con persone speciali e quella che è vita abitudinaria, azioni condotte per necessità o virtù, acquistano valore immenso a distanza di anni e aprono verità mai conosciute prima, aggiungendo un’altra tessera al mosaico colorato e variopinto della conoscenza. Roma, la città eterna, rimane sempre unica e parafrasando le parole di Peppe Militello: “Roma tu sei come un sole che non tramonta mai!!!”

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