STUDIO ARTE FUORI CENTRO: RES 2018, UN INSIEME DI LINGUAGGI ARTISTICI

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Otografia, opere su carta, installazioni e opera video-sonora: Res 2018 si presenta come un fenomeno plurisensoriale.

Combinare insieme più linguaggi artistici, è tra gli obiettivi perseguiti con sistematicità dalla ricerca artistica di Rosella Restante. Una propensione ambientale, la sua, in cui spazio e opere dialogano costantemente in una dimensione temporale dilatata tra passato, presente e futuro. Un unico pensiero portante sostiene e lega con continuità le opere esposte nel pregevole spazio di Arte Fuori Centro per la mostra Res 2018, di Via Ercole Bombelli 2, a Roma. «Segni riconoscibili», che creando rimandi dall’uno all’altro evento, rendono percepibile l’idea del pensiero forte che con continuità gli si sottende.

Nella Critica di Ivana D’Agostino si evidenziano così costanti pensieri che ruotano attorno allo spazio e alla sua percezione, alla sospensione del tempo, alla creazione di equilibri resi instabili dall’energia in movimento.

Tutto questo si coglie nel progetto site-specific pensato per questo evento, Res 2018.

Fenomeno plurisensoriale

Concepita questa mostra come fenomeno plurisensoriale, in grado di coinvolgere  capacità percettivo-visivo-auditive e spaziali estensibili verso un oltre, essa è fruibile come articolata  pluralità di sperimentazioni artistiche – fotografia, video, installazione, Res 2018, può essere sia l’abbreviazione del cognome dell’artista, Restante, o la traduzione del sostantivo femminile latino, res: cosa, vicenda, circostanza.  Ovvero tutto ciò che riguarda le vicende, le cose della vita di Rosella Restante, ovvero la sua arte.

Venticinque foto di formato quadrato 50X50 che colgono di spalle la nuca di amici e sconosciuti, rappresentano un esodo – tema quanto mai attuale oggi, e in tutte le epoche di calamità e guerre – che supera lo spazio espositivo dirigendosi verso un altrove, spesso negato o da conquistare a caro prezzo.

Altrettanto di formato quadrato in bianco e nero come le foto, sono le immagini del video, colte con precisa essenzialità formale dotata di compiuta bellezza. Spaesamento, sospensione, fragilità di equilibri: paradosso del deflagrare cadendo di una pillola che ruota su sé stessa; increspature luminose della superfice dell’acqua di una risacca che sulla sabbia scrive e riscrive incessantemente segni subito dopo cancellati; nuvole spostate nei cieli dal vento che lentamente escono dal campo visivo dato. La trilogia narrativa del video sostanzia emozioni diverse supportandole con suoni, che dalla caduta deflagrante, e incongruente, della pillola passano allo sciabordio dell’acqua al suono metallico prodotto dai campi magnetici attivati durante l’indagine diagnostica della risonanza magnetica. Percezioni diverse di un mondo esterno-interno che riguarda gli attraversamenti della vita di Rosella Restante, la sua personale res, trasformata in opera d’arte, le cui tracce sparse vengono ricucite dal segno plastico installativo che definisce e oltrepassa lo spazio dato.

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