Omaggio a Giorgio Gaber

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GRAZIE, SIGNOR G

MP8_1“Grazie, Signor G” è l’ultimo nato dalla penna di Massimiliano Paris, medico, dietologo e psicoterapeuta nato e residente a Ladispoli. Si potrebbe pensare che libri su Giorgio Gaber ne sono stati scritti molti e che questo di Paris non è altro che un ennesimo “racconto” degli spettacoli e delle canzoni dell’artista, scritto, non a caso, nel decennale della sua scomparsa. Spiacenti, ma niente di tutto questo.

“Grazie, Signor G.” nasce dopo una lunga e sofferta gestazione, iniziata negli anni ’90, con la consegna dei primi tre capitoli a Gaber e maturata in questi anni, carichi di tutto e di niente, d’ideali spenti dal vento delle ideologie, crescendo in Paris una forte emozione che lui stesso delinea come sentimento di giustizia, senza sottovalutare la sofferenza personale di una perdita irrimediabile.

Lo scrittore attua una profonda e sofferta analisi del PIANETA GABER (da intendere come PIANETA UOMO) e va alla ricerca dei suoi satelliti che lo identificano, quello della politica, del sociale, dell’amore, dell’umanesimo e della dimensione personale, con una spiccata sensibilità e un’accurata ricerca del loro significante più profondo. Nell’universo Gaber, Paris ci invita a metterci in viaggio insieme al Comandante Signor G., il quale è salpato da un mondo orizzontale, dove tutto è preordinato, dove la vita si consuma nell’adesione incondizionata ai valori di un’esistenza massificata; un mondo privo di critica e di ricerca, dove la vita scorre come un film in bianco e nero visto troppe volte, sempre uguale a se stesso; i rapporti con gli altri sono privi di emozioni, la propria umanità sotterrata e l’aria odora di paura di tutto ciò che è nuovo e diverso: un mondo di AUTOMI. Ma una spinta utopica interiore, porta Gaber a cambiare rotta, spronandolo ad abbandonare le comode poltrone, alla ricerca del significato personale della propria esistenza. L’arte del dubbio e la ricerca della realtà oggettiva, sono diventate le coordinate personali per scoprire il mondo verticale; il cammino è faticoso per raggiungere la meta, ma bisogna imparare ad accettare il dolore, la lacerazione, la sofferenza. Imparare a rimanere fedeli a se stessi ha un prezzo, chiamato incomprensione ed emarginazione; imparare a guardare nella nostra anima, è necessario per compiere una pulizia del sentire. La paura non si vince, ma si attraversa, c’è la ricerca costante di nuovi strumenti per scendere e risalire da dentro noi stessi. Un libro quindi, che evidenzia un percorso di vita strettamente personale, ma al tempo stesso, comune all’essere umano, un viaggio in parallelo con l’alter ego G. nei “sotterranei dell’anima”.

A questo punto mi è doveroso concludere con le parole di Paris:

“…….. e sono profondamente convinto Giorgio, che quando io, quando l’essere umano sarà capace di amare, ……. amerà come te!

Grazie, Signor G.”

Elisabetta Ghezzi


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Massimiliano Paris e Max Smeraldi alla chitarra

Ritengo che raccontare un’amicizia sia una prova ben più ardua che descrivere un amore, soprattutto quando si parla di un’amicizia tra due uomini. Il rischio maggiore è scendere in un comunissimo cameratismo per paura di lasciar trapelare l’intimità di un sentimento che potrebbe essere interpretato come melenso. Massimiliano Paris ha invece sorpreso la platea, intervenuta nell’aula consiliare di Ladispoli domenica 30 giugno, in occasione della presentazione del suo ultimo libro: Grazie Signor G.

Iniziando con una proiezione di alcuni filmati di Gaber, l’autore ha voluto comunicare l’uomo e l’umanità, l’amore e la solidarietà, la condivisione e l’arricchimento reciproco quando si abbandona l’individualità per confrontarsi anche con la diversità. Finalmente un’analisi di Gaber lontana da qualsiasi connotazione politica su cui ben troppo è stato scritto. Attraverso la narrazione del suo rapporto personale con il Signor G, Massimiliano ha voluto donare al pubblico perle, piccoli e grandi dubbi, spunti di riflessione, nuove partenze. Ha comunicato la forza di un uomo che è tale solo amando la propria fragilità, perché è nel buio della crisi che scocca la scintilla del cambiamento. Emozionante è il tema dell’amore, degno di questo nome solo quando non conosce termini di possesso, quando si dà per ciò che è e si riceve senza proiettare sull’altro le nostre personali aspettative. L’amore che ti lascia essere “persona” con la propria individualità anche appartenendo. La commozione di Massimiliano nel ridare un’intima affinità elettiva con Gaber è prova di condivisione e di analisi personale sul concetto di amicizia. Il suo soffermarsi sulla gestualità, sugli occhi, sul naso, esprime un contatto che va ben oltre le parole e la frequentazione. Quante cose potremmo comprendere se osservassimo maggiormente un gesto o ascoltassimo un silenzio…

Ma il pubblico ha percepito e compreso la sincerità e la semplicità delle sue parole, dimostrando che quando ci si dispone all’ascolto dell’altro con umiltà, si accettano anche le cose più difficili da riconoscere.
Per concludere, penso che se il Signor G, avesse frequentato più assiduamente Massimiliano, avrebbe detto anche lui, come me: GRAZIE MASSIMILIANO!

Ester Tina

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