Luca Mefalopulos, migranti

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 Tracciati d’Arte n. 3

Oggi noi,
figli e nipoti di migranti ostinati,
noi che fingemmo
di dimenticare il passato,
cerchiamo i nostri nonni
tra le pagine di un libro,
nelle storie frammentate
di chi c’era e ha raccontato
ed il sogno di una vita
diventa mettere radici
perché rimanga ai nostri figli,
non una valigia,
ma un roseto da potare.

LM3_1Può sembrare assurdo ma la storia e l’esperienza ci hanno insegnato come nei nostri cervelli la necessità dell’arte e della creatività si insinui e si alimenti nell’anima, più facilmente in occasioni tormentose e momenti di disequilìbrio, piuttosto che in stati di quiete. Lo scrittore poi, deve appagare il desiderio irrefrenabile di costruire i suoi bisogni, di dissetare la sua sete di completezza alla quale mira vaneggiandone un compimento al quale, probabilmente, sa di non poter attingere. Non mi soffermerò ad elencare i molti posti dove ha studiato e dove è vissuto, ma inizierò dicendo che Luca Mefalopulos è un poeta e non ne ho alcun dubbio. La sua raccolta si intitola “Migranti” ed è pubblicata da Linee Infinite Edizioni. Racconta la storia della sua vita con versi liberi e spontanei, il suo obiettivo è quello di comunicare meticolosamente l’emozione per mezzo della parola, sciolta e slegata da quei tecnicismi, i quali, studiati a tavolino ne limitano la forza e la potenza dell’impatto espressivo. Le parole scorrono attraverso gli anni, passando da una giovinezza forte di un atteggiamento egocentrico, giungendo a descrivere quella maturità che ti rende finalmente parte del mondo circostante, vissuto quotidianamente. Il cognome di Luca è greco, come molti membri della sua famiglia. Le circostanze storiche lo hanno portato a doversi dividere fra la realtà ellenica e quella italica senza riuscire a rinunciare a nessuna delle due. La malinconia lo spinge a tenersi strette nel cuore entrambe le patrie, cosicché quando vive l’uno, soffre per la lontananza dell’altra e viceversa. Le sue radici sono viaggio e migrazione, da Costantinopoli, alla Libia …. All’Italia per l’appunto. Ma il suo futuro è ricerca di stabilità, trasmissione di idee e voglia di risposte. Tuttavia l’uomo è sinonimo di limite e tensione e spesso l’obbiettivo preferiamo porcelo piuttosto che raggiungerlo, altrimenti per cosa vivremo domani? “Se fossi qui per vincere non ti parlerei già più, ma ti parlo e perderò”. Questo a mio avviso vale anche per l’espressione artistica in genere, vero Luca? Non ci interessa l’arrivo, l’importante è sapere di essere in viaggio.

Claudia Crocioni

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