INSTALLAZIONE SHOCK ALLA BIENNALE DI VENEZIA: “The Great Pacific garbage patch”

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La nostra amata Terra chiede aiuto e lo fa al padiglione del Garbage Patch State alla Biennale di Venezia con un opera diretta: HELP!

 

La terra è sferica, per questo motivo che quando nell’agosto del 1492 Cristoforo Colombo è partito da Palos navigando verso occidente era convinto di trovare, alla fine dalla sua navigazione, l’Asia invece si è scoperto che fra l’Europa e l’Asia c’è un altro continente, l’America: è la cosiddetta “scoperta dell’America”.

Ora, oggi, se noi partissimo dalla costa occidentale dell’America e muovessimo verso occidente potremmo pensare di trovare l’Asia e invece tra l’America e l’Asia c’è un altro continente… Ah sì? Sì c’è un altro continente che però non è fatto di catene montuose, foreste, deserti, fiumi, laghi eccetera ma un continente fatto di spazzatura, plastica per lo più, plastica che si estende per miriadi e miriadi di chilometri quadrati e che le correnti orarie del Pacifico tengono compatta, l’hanno chiamato “The Great Pacific Garbage Patch” la grande macchia di spazzatura dell’Oceano Pacifico.

Bhè, se non ci credete, se non credete a questa storia posso farvi un nome: Maria Cristina Finucci. Chi é? Maria Cristina Finucci è un’artista italiana che nel 2013 ha fatto una cosa un po’ provocatoria: ha chiesto all’Unesco di riconoscere il Great Pacific Garbage Patch come stato e quest’ultimo ha risposto sì. Dopo di che Maria Cristina Finucci ha partecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione del Garbage Patch State. Voi sapete che la Biennale di Venezia è una manifestazione artistica internazionale dove ogni nazione che partecipa ha un proprio padiglione dove espongono gli artisti e lei ha esposto appunto nell’inedito padiglione del Great Pacific garbage patch state.

Un’opera lì esposta era composta da  miriadi di bottiglie, sacchi e altri oggetti di plastica raccolti dall’ambiente che andavano a formare una scritta: HELP (Aiuto!). Non c’è bisogno di spiegare quale danno sia il Great Pacific garbage patch e più in generale tutta la plastica dispersa nei mari, nell’ambiente.

Ora come siamo arrivati a questo disastro?

Tutto è cominciato da “una palla da biliardo
A metà del 1800 le palle da biliardo erano fatte in avorio, erano costosissime da realizzare e ogni anno a causa del biliardo si uccidevano 12 mila elefanti. Allora un produttore di biliardi statunitense si è detto: facciamo qualcosa per salvare gli animali, facciamo qualcosa di ecologico; offriamo un premio di 10 mila dollari al chimico che troverà un materiale alternativo per fare palle da biliardo. Così, nel 1969 è stata sintetizzata la celluloide, il primo materiale plastico nella storia dell’uomo. Sì, la plastica è stata creata come materiale ecologico, la plastica è stata creata per salvare la vita agli animali. Poi da lì è stata una progressione inarrestabile nella produzione e sviluppo di materiali plastici.

Ma come è accaduto che un materiale creato per l’ecologia, per salvare gli animali ci abbia portato a questo, al mondo di oggi, dove la plastica è il male da sconfiggere?

STUPIDITÀ UMANA!
Per esempio, una cosa stupida è stata: usare la plastica, che è per definizione un materiale indistruttibile, per creare oggetti “usa e getta”. L’altra idiozia è quella nostra, di noi singoli e semplici cittadini: il fatto che quando abbiamo finito di usare un oggetto “usa e getta” di plastica, invece di riporlo nell’apposito contenitore e far si che sia riciclato, molto spesso, troppo spesso lo disperdiamo. Allora è come se ci fosse una legge: è come se ogni nuovo materiale, ogni nuova tecnologia ci chiama a una sfida, ossia di essere all’altezza di quel nuovo materiale, quella nuova tecnologia. Dobbiamo essere all’altezza, sì perché altrimenti escono dal controllo umano e gli si ritorcono contro, distruggono la razza umana, distruggono la terra.

Qual è la risposta?

Trovare e sviluppare nuovi materiali che sostituiscano la plastica va benissimo però, occorre ricordare una cosa, che poi noi accanto a questa evoluzione tecnologica dobbiamo mettere in atto un’evoluzione mentale, un’evoluzione intellettuale, un’evoluzione culturale, un’evoluzione etica. Altrimenti queste nuove tecnologia saranno solo altri problemi da dover risolvere nel prossimo futuro.

Roberto Mercadini

“Sono un poeta, un monologhista, un narratore.
Io recito poesie.
Ma prima recito monologhi sulle poesie che recito.
Io racconto storie.
Ma dopo racconto storie sulle storie che racconto.
E sembro tutto tranne un poeta. Dicono.
Io, dicono, sono molte cose diverse tutte assieme”

Ha scritto diversi libri degni di nota acquistabili qui.

Sito ufficiale Garbage Patch State.

Altre curiosità? Clicca qui.

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