Impressionismo, il regno della vita e del colore

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Tracciati d’Arte n. 3

È a metà del XIX secolo, per reazione contro un certo accademismo, che un piccolo gruppo di giovani pittori si propone di tradurre sulle loro tele non ciò che realmente vedono ma le loro impressioni, L’impressionismo è nato! Questo movimento avrà il suo battesimo nel 1874, più precisamente dal 15 aprile al 15 maggio, in occasione di un’esposizione organizzato a Parigi nell’atelier del fotografo Nadar, dato che gli impressionisti si erano visti rifiutare l’ammissione al Salone Ufficiale (il Salone creato da Napoleone per esporre le opere che i maggiori artisti avevano creato in quel periodo). Questa esposizione fu avversata da tutta la stampa e un certo Leroy riprendendo il titolo dell’opera di Monet “Impression, soleil levant” (Impressione, levar del sole), scrisse con scherno: “Cosa rappresenta questa tela? Impressione! Impressione ne ero certo, ci dovrà pure essere dell’impressione lì dentro”. Il termine piacque ai giovani pittori, che l’adottarono come denominazione del loro gruppo e della loro filosofìa. Riuniti a Parigi, questi giovani entusiasti e brillanti appresero la lezione dei loro predecessori solo per rifiutarla meglio. Copiano gli antichi e i classici ma soprattutto partono, con il cavalletto a tracolla, per andare nella foresta di Fontainebleau, sulle rive della Senna o sulle spiagge della Normandia. Ritornano da queste escursioni con tele colorate, fatte di tratti di colore accostati secondo l’ispirazione. Infatti i fattori che determinano la carica eversiva di queste opere sono l’uso rivoluzionario dei colori e la nuova disposizione dello spazio. Attraverso la pittura all’aperto, en plein air, gli impressionisti concentrano il loro interesse sui mutevoli effetti della luce e dei colori in natura. I temi sono i più diversi, vanno dai paesaggi ai ritratti, dalla raffigurazione del mondo raffinato della ricca borghesia al duro lavoro degli operai e dei contadini. La guerra franco-prussiana del 1870 allenterà per qualche tempo i legami che l’impressionismo ancora giovane ha creato tra Monet, Manet, Renoir, Degas, Cézanne, Pissarro, Sisley e Bazille. Alcuni si rifugiarono a Londra mentre altri persero la vita in combattimento. Ma, a guerra finita, si ritrovarono forti di una nuova esperienza. L’impressionismo sarà allora la pittura della luce, della gioia di vivere, del colore e della felicità. Nel corso dei quaranta anni che chiuderanno il secolo, dal 1860 al 1900, questo pugno di uomini ha scardinato quello che era l’accademico concetto dell’arte ponendo le fondamenta all’arte moderna.

Dania Cerilli

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