Sicuramente molti di noi conoscono i giganti del lusso Hermes, Chanel e Louis Vuitton le cui borse icona sono diventate dei status simbol del nostro secolo venerate come fossero degli idoli contemporanei. Barbara Segal con le sue sculture critica questi nuovi totem ribellandosi al consumismo dirompente che la società ci propina.

Gli inizi
Barbara Segal è una scultrice americana nata in una famiglia benestante durante gli anni ’50.
La sua infanzia viene scossa dalla morte prematura del padre, un evento che influenzerà la sua gioventù e le successive opere. Si iscrive al corso di scultura presso École Nationale Supérieure des Beaux-Arts a Parigi e passa i seguenti 4 anni in Italia a Pietrasanta e Carrara presso dei laboratori di scultura.
Durante il soggiorno italiano si appassiona all’arte delle grandi cattedrali barocche e rinascimentali diventando fonte di ricchezza per i suoi studi. Negli anni ’70 Barbara Segal torna a New York forte delle sue esperienze e nell’abilità di manipolare la pietra a suo piacimento.
La leggerezza del marmo
Tra le opere di maggiore rilevanza della scultrice troviamo la serie Little Girls’ Dresses, una rappresentazione di vestiti da bambina che riproducono fedelmente tessuti e pizzi.
Queste opere sono una reminiscenza dell’infanzia segnata dal lutto del padre, la leggerezza di quegli anni si è trasformata in un ricordo pesante come il marmo. Per queste sculture Barbara Segal utilizza varie tipologie di pietre tra cui: onice, alabastro bianco e arancione, marmo e calcite.



Fashion Icon
Barbara Segal trasforma i preziosi materiali in oggetti del desiderio femminile. Borse, giacche in pelle camicie finemente intarsiate di pietre dure diventano un modo per contrapporre il potere della Chiesa al Consumismo. La Segal prende spunto dall’opulenza dei marmi visti nelle chiese italiane, le statue dei santi finemente scolpite diventano nella mente dell’artista una meravigliosa borsa di Hermes che rappresenta il sacro e il profano in un’unica opera.







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