Gianfranco Rucco

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Figli della luce. Il risveglio di una memoria iperborea.

Settimo Sigillo Edizioni.

GR8_1Questa volta nella rubrica di libri da me curata, vi parlo di Gianfranco Rucco. Un uomo tradizionale in quanto padre e marito e funzionario pubblico nella vita quotidiana, ma anche eletto ed illuminato allo stesso tempo da un forte richiamo dell’inestinguibile passione per la Tradizione Nordico-Polare Iperborea, che lo ha condotto attraverso un lungo cammino di speculazione e studio al riguardo della sua storia mitica, rituale e simbolica. Thule, l’isola del sole, e Iperborea erano i centri principali del ciclo nordico, il cui ricordo si è conservato nelle leggende, nella saga, nei poemi e nella concezione religiosa di molti popoli dell’antichità. I Veda, l’Edda e l’epos omerico rivelano molte inequivocabili tracce di questa primitiva patria nordica degli Indoeuropei. Da questi studi ed approfondimenti Gianfranco ha raccolto e pubblicato alcuni dati e racconti in una sorta di “diario di viaggio”:

Il racconto del rapporto che dura ormai da quasi venti anni tra l’autore, un uomo del nostro tempo, ed alcune Guide, Maestri Invisibili che lo accompagnano nel cammino della vita parlando per bocca della Veggente, la sua Compagna Eterna, ritrovata grazie ad uno di Loro dopo anni molto bui.

Quest’opera letteraria vuole raccontare di come a volte gli avvenimenti della vita, apparentemente casuali, siano in realtà ricollegabili ad un “filo rosso” che li riunisce e li indirizza verso un’unica direzione. Riscoprendo quel filo sottile possiamo riassaporare la vera essenza della vita e capire il senso secondo il quale vale la pena di viverla.

Gianfranco il tuo libro parla in qualche modo di Teologia?

Fondamentalmente, questo è un libro sul “senso”: tenta di trasmettere l’esperienza del progressivo, faticoso e profondo processo di disvelamento del senso dell’esistenza attraverso la rilettura dei segni che nel corso degli anni si sono manifestati mediante gli eventi della vita e che recuperano il loro vero significato alla luce dei Messaggi delle Guide. Questo libro non tratta di teologia dogmatica, di esegesi scritturale o di storia delle religioni; informazioni concernenti quegli argomenti vengono riportate in modo intenzionalmente divulgativo, per renderle accessibili anche a chi non abbia effettuato approfondimenti particolari al riguardo solo per quanto possa risultare utile a mettere meglio a fuoco il contenuto sapienziale dei messaggi delle Guide, che costituisce il vero oggetto di questo scritto.

Essendo l’argomento molto intrigante e soprattutto a tratti metafisico, come hai pensato di strutturare il testo? Come è composto nel concreto l’intero scritto?

Questo libro non ha una struttura sistematica: è fatto di ricordi, di “risonanze” e d’immagini, miei e di Altri; è fatto di racconti di avvenimenti appartenenti a tempi e luoghi diversi, a volte percepibilmente storici, a volte più apparentemente “mitici”, che sembrano affiancarsi e sovrapporsi senza un nesso; è scritto intenzionalmente così perché non serve a insegnare qualcosa, serve a far reagire, in chi lo abbia, un Immaginario Archetipico specifico: quello della Memoria Iperborea e a provocarne il risveglio. Immagino che a volte tu abbia intrapreso sentieri aspri, forse rompendo le classiche convenzionalità, tutto questo ti ha creato problemi al livello di una sostanziale critica al contenuto vero e proprio? Non ho la pretesa che ciò che è scritto in questo libro possa essere condivisibile da tutti: esprimendo “risonanze”, infatti, esso “risuonerà” solo per chi abbia “risonanze” analoghe; tuttavia esso è stato scritto con il massimo rispetto delle credenze che esso supera e, soprattutto, della sensibilità di chi quelle credenze ancora abbia ed intenda continuare ad avere; per costoro il libro potrà comunque avere una utilità: quella di consentire una conferma di tali credenze dopo un’analisi critica che, forse, non si è mai avuto occasione di compiere prima. Sono perfettamente consapevole che alcune scelte strutturali e sostanziali fanno di questo libro un testo di una certa complessità, ma negli scritti iniziatici vale la regola che… vede chi ha occhi per vedere.

Claudia Crocioni

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