Era un casco di banane avariate
o meglio un succo di pere insane
che si portavano avanti allegre
contaminando stomaci vuoti.
Che tarantella questa giostra
che gira troppo svelta,
è un frullatore sottocosto
o forse solo un girarrosto.
Non si può attendere frutta fresca,
tocca contentarsi di avariate similitudini,
che ci lasciano stupide illusioni:
un bicchiere pieno di liquido dolce,
un brindisi al nuovo giorno,
un panino imbottito e un limone.
Arde la foresta e ulula la tempesta,
senz’aria per noi è finita la festa.
Continuano a bruciarci il futuro
per costruire case su riviere scoscese
che si sbricioleranno dietro torrenti
di fango e sassi e piangeremo i morti,
consolazione per pompe funebri e fiorai,
preti e usurai, qualcuno sempre guadagna
meno che il popolo: ma chissenefrega!
Era un casco di banane avariate
o meglio di pere insane
che si portavano avanti allegre
contaminando stomaci vuoti.
Poesia ispirata dagli ultimi terribili incendi dolosi in Sicilia.