Adesso altre pecore è un romanzo sulle anime migranti, ma il tema principale è solo lo spunto per una scrittura libera, giocosa, leggera. Il protagonista è convinto d’aver vissuto infinite volte e racconta dei tempi lontani in cui era corbezzolo, molecola organica, abete su una pista di sci. La sua adorata Adelina è caduta in un dirupo a Canale Monterano e lui crede che si sia reincarnata nell’orologio a cucù appeso in salotto. Spera in cuor suo che si rompa e che l’anima di Adelina trovi alloggio nel corpo di una donna. Quando ciò accade, va a cercarla a Parigi accompagnato da un’amica barbona ex docente universitaria e un ladro in pensione che sostiene d’esser fittizio, inventato. A Parigi ha inizio l’azione vera e propria, il ritmo si fa serrato, con fughe in taxi, risse, raffiche di mitra, travestimenti, svenimenti.
Guido Piccoli sul Mattino ha scritto che «se ridere fa bene perché dicono riduca la pressione arteriosa, irrori l’organismo di ossigeno, moltiplichi le endorfine anti-dolorifere e agevoli la digestione, leggere Adesso altre pecore dovrebbe fare benissimo». Un libro che diverte e fa bene alla salute, ma è anche molto di più. La scrittura ha la forma e l’inconsistenza del sogno, dove il rapporto tra causa ed effetto è labile se non inesistente, e il racconto, come ha scritto Sergio Durante sul Corriere del Mezzogiorno: “Pur condotto sul crinale di assoluta volatile fantasia, è sempre brillante, pieno di grazia e di arguzia, d’informale eleganza e si nutre d’infiniti riferimenti, prelievi, rinvii e allusioni alla grande letteratura”.
Enrico Careri (Roma, 1960) è professore di musicologia all’Università “Federico II” di Napoli. Ha pubblicato libri e articoli sulla musica strumentale italiana del diciottesimo secolo, tra cui la prima monografia sul compositore, violinista e trattatista Francesco Geminiani (Oxford University Press 1993; Lim, 1999), diversi saggi sull’uso espressivo del silenzio nelle composizioni di Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert, e ha curato l’edizione critica dell’opera seria in tre atti La verità in cimento (1720) di Vivaldi, della Inchanted Forrest di Geminiani e delle sonate a tre di Bonporti. È direttore del Centro Studi Canzone Napoletana presso la Fondazione Roberto Murolo di Napoli.
Claudia Crocioni