di Andrea Cerqua
L’idea mi ha affascinato sin da subito, seguire una sagoma che… comincia un suo percorso. Si stacca, per perdersi o ritrovarsi, ma nulla è più come prima poiché ricongiungersi all’unità originaria sarebbe come voler ricomporre un improbabile immagine non più integra in quanto lacerata e diversa nel suo più profondo intimo. La sagoma viene verso di noi, oppure si allontana, è sicuramente in movimento ed ognuno la percepisce a suo modo. Porta con se brandelli di noi, ma riesce ad essere se stessa poiché fuori dal nostro ragionevole controllo, persa in un indistinguibile universo si fa colore e sfumatura di ogni sapore esistente dell’umano agire. E’ ogni azione, è ogni espressione, porta il seme di ciò che siamo ed è generatrice di ciò che vorremmo essere. Diviene proiezione del come e del quando, in fin dei conti noi, visti più da vicino non siamo forse… Sagome?