Conosciuto nel mondo come chitarrista di Sting, ha anche una brillante carriera solista avendo realizzato 9 album a suo nome.

Articolo a cura di Andrea Cerqua
Conosciuto nel mondo come chitarrista di Sting, ha anche una brillante carriera solista avendo realizzato 9 album a suo nome. Con Sting non condivide solo il palco, ma anche una sintonia musicale e una sconfinata curiosità artistica che l’hanno portato a seguirlo anche nell’ultima, e per certi versi inaspettata, collaborazione con Shaggy, arrivata anche sul palco di Sanremo nel 2018.
É emerso nel mondo della musica come session man e side man di diversi grandi nomi Phil Collins, Eddi Reader, Katie Melua, Bryan Adams, Paul Young, Nigel Kennedy, Peter Gabriel e Tina Turner.

I primi passi
Dominic Miller è nato in Argentina ma è cittadino del mondo: “Ciò che più di tutto mi è rimasto dell’Argentina è la musica di folklore. Non il tango ma la musica di chiesa, che è diversa da quella tedesca: è più come una danza. È una musica davvero profonda. Crescendo poi ho cominciato ad ascoltare un po’ di samba argentina che, insieme con il rock americano e al blues anglosassone, mi hanno molto colpito”.

“The Police” e non solo
Dominic Miller ha iniziato a collaborare con Sting dall’album “The Soul Cages” del 1991 e ha partecipato ai tour del cantante dei Police per diversi anni oltre ad aver scritto insieme a lui successi come “Shape of My Heart” e “La Belle Dame sans regrets”. Dall’uscita, nel 2017 del suo album Silent Light, Dominic Miller spesso ha fatto tappa in Italia con musicisti di tutto rispetto. Sting dice di lui che è un evocatore di sinestesie, che crea connessioni tra «onde sonore e luce», dando vita ad intuizioni che sono la perfetta rappresentazione di una Luce silenziosa.

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