Tracciati d’Arte n. 7
Sin dai tempi più remoti l’essere umano ha desiderato adornarsi di oggetti rari e preziosi. Il gioiello rappresenta un modo per distinguere la nostra personalità dalle altre, è garante di posizionamento sociale, ma non solo. Per gli antichi ad esempio un gioiello aveva spesso la funzione di proteggere il possessore da entità nefaste, poteva diventare talismano, o addirittura rappresentare le origini famigliari attraverso il suo tramandarsi di generazione in generazione. Ai giorni d’oggi il vero gioielliere mantiene i tratti dell’artigiano e del filantropo.
Carmelo Segreto ad esempio, noto gioielliere di Cerveteri, ha voluto parlarmi della sua attività commerciale e artistica.
Egli attraverso l’ideazione dei gioielli racconta, intaccando l’oro, le storie di chi lo commissiona. È un’arte nobile e rara quella di saper disegnare nella mente e poi su carta una serie di forme simboliche che vanno a rappresentare l’essenza dell’esperienza umana per la quale il gioiello è stato concepito, e che poi andranno a dare forma a quello che sarà il gioiello vero e proprio.
Parliamo dell’evoluzione del gioiello, l’estrapolazione di una sua quarta dimensione, la scissione fra il valore dell’oggetto in due direzioni: quello materiale dell’oro e del diamante che si trasformano nel valore morale del ricordo, del sentimento, dell’animo umano.
Con Carmelo il gioiello parla, raccontandoci una storia.
Per ammirare le sue creazioni, potrete recarvi mensilmente presso la Sala Ruspoli in piazza Santa Maria a Cerveteri. Lì i gioielli sono soggetti a vere e proprie presentazioni. Ne prendono parte Carmelo e Anna Segreto, ma anche i destinatari dei gioielli stessi. Per l’occasione i relatori prendono voce in merito a questioni legate al nostro territorio e all’ambiente.
Com’ è visto il lavoro dei Segreto dai propri clienti?
“A volte, alcune persone che appaiono oltremodo distinte, raffinate, ricercate e signorili, alla vista della mia creazione artigianale, non riescono a nascondere una lacrima” confessa Carmelo con forte emozione.
Giulia ad esempio, l’avventrice del gioiello Abraccio, parla così:
“Apprezzo veramente tanto questa iniziativa che va oltre la presentazione di un oggetto già prezioso per se, ma scoprire che racchiude un significato più profondo lo rende sicuramente unico e personale. Nel mio caso, sentimenti, emozioni ma soprattutto dialogo. Infatti, tutto parte da un piccolo occhio di Santa Lucia trovato durante una passeggiata sulla spiaggia e incastonato nel gioiello. La sensibilità di Carmelo l’ha trasformato nel simbolo della rinascita da un momento difficile della mia vita, dove tutto sembrava non avere il giusto verso. Il ricordo di una passeggiata significativa, nella quale la parola era il centro di tutto, e il dialogo sembrava essere la più grande ancora di salvezza”.
Stiamo parlando del gioiello Abbraccio, potete osservarlo nella pagina seguente.
Carmelo parla di una vera e propria origine dei suoi gioielli i quali vengono indicizzati con uno specifico atto di nascita, dove sono descritti il nome, la data di creazione, il materiale di composizione e la giustificazione alla sua comparsa, ovvero i motivi dai quali è stato partorito.
Realizzato in oro bianco e occhio di Santa Lucia, il quale ritrovato su una spiaggia in un momento buio, rappresenta il dialogo, la fiducia e i valori riacquisiti fra le protagoniste di questa storia.
L’incontro rassicurante di una zia con la nipote, la quale ha bisogno di superare alcune controversie della sua vita. Nel gioiello, la ragazza più giovane è rappresentata dalla curvatura destra, la forma nodosa e impettita rappresenta la lotta crescente dentro di lei fra Io e Super io. I filamenti nella parte alta dell’arco rappresentano i valori che non sempre attecchiscono e infine la solidità della zia trasfigurata e rappresentata da una foglia di quercia.
Questo secondo gioiello è realizzato in oro bianco e diamanti, ideato in occasione del matrimonio di una critica d’arte. La donna è rappresentata da numerosi simboli floreali e di fertilità, l’uomo rimane esteticamente più asciutto e lineare. Le radici dell’albero assorbono la linfa dei ricordi e selezionano il passato, filtrandolo e dando nuovi frutti affinché la vita possa evolvere imparando dall’esperienza.
In alto, invece, un arco rappresenta i mezzi di sostentamento naturali, l’energia del cosmo protesa al divino. Carmelo qui descrive il simbolismo del diamante al suo livello più alto: il diamante è legato all’eternità poiché presente sul pianeta Terra da oltre cento milioni di anni.
Passando attraverso il divino si arriva al piccolo foro rappresentante Dio, forza incoercibile attraverso il quale tutto prende vita.