Tracciati d’Arte n. 4
Donne protagoniste
Dal 5 aprile al 2 settembre 2012 nel nuovo spazio espositivo del Museo dell’Ara Pacis di Roma si terrà una mostra dal titolo “Avanguardie russe”, che ospiterà 70 opere dei massimi esponenti delle avanguardie artistiche russe dell’inizio del Ventesimo secolo, tra cui Kazimir Malevic, Vasilij Kandinskij, Marc Chagall, Aleksandr Rodchenko, ma anche Natalja Goncharova, Olga Rozanova, Ljubov Popova e Nadezhda Udaltsova. I leader del movimento avanguardistico in Russia erano uomini: Malevich, Tatlin, Kandinskij, Chagall, Rodchenko, Larionov. Eppure, anche le donne ebbero un ruolo di rilievo: Natalja Goncharova, Olga Rozanova, Ljubov Popova, Nadezhda Udaltsova, Aleksandra Exter. Per iniziativa dei critici, queste artiste già nel 1910 presero il nome di “amazzoni dell’avanguardia russa”. Ciascuna di loro era legata da un rapporto creativo e personale con uno dei colleghi maschi dell’avanguardia. Il sodalizio più noto è quello che univa Michail Larionov e Natalia Goncharova. Larionov, appassionato dalla teoria fisica secondo cui l’essere umano non vede gli oggetti, bensì i raggi di luce che essi riflettono, riteneva che si dovessero rappresentare non le cose in sé, bensì i raggi di luce. Fu così che Larionov e Goncharova divennero gli iniziatori di una corrente artistica assolutamente nuova, il raggismo.
La mostra “Le avanguardie russe” presenta al pubblico alcune opere di Natalja Goncharova appartenenti proprio a quel periodo, Ornamento elettrico e Aeroplano sopra un treno. Il nome di Alexandra Exter è legato alla nascita di un’altra corrente radicalmente innovativa nell’avanguardia russa, il cubofuturismo, che trovò espressione in numerose composizioni astratte, nature morte e paesaggi della Exter, tra cui le opere in mostra a Roma Paesaagio cittadino e Costruzione di piani con il movimento della luce. Anche il nome di Ljubov Popova merita un posto di rilievo nella storia dell’arte: fu lei la prima ad applicare i principi del costruttivismo alla scenografìa, e i suoi allestimenti per gli spettacoli di Mejerchold segnarono una vera rivoluzione.
Un’altra artista, “l’amazzone” Olga Rozanova, era chiamata anche “La donna di cuori dell’avanguardia russa”: alcuni quadri della sua famosa serie Le carte da gioco sono esposti nella mostra romana. Nelle opere coraggiose e piene di vigore della Rozanova si incarnano l’espressività, l’emotività e l’intensità cromatica proprie dell’avanguardia. Come ha dichiarato la curatrice della mostra Viktoria Zubravskaja, per realizzare la mostra romana sono state scelte non solo le artiste più interessanti dell’avanguardia russa, ma anche le loro opere più significative. Le Avanguardie Russe, in conclusione, possono stordire intensamente e quindi affascinare, o rendere perplessi e magari deludere. Di certo soverchiano e stracciano quel luogo comune che vuole la parentesi novecentesca e avanguardista più soggetta al gusto personale dello spettatore rispetto a tutta la classicità delle arti precedenti. Scriveva Majakovskij: «Ripulisci il cuore dal vecchiume. Le strade sono i nostri pennelli. Le piazze le nostre tavolozze». E in effetti, usciti dalla mostra, si è permeabili all’idea che quegli artisti non credevano invano, e che tutti quei bei quadri vorresti rivederli anche e soprattutto fuori da un palazzo, o addirittura ritrovarli per strada, portavoci della attuata ed attuale conquista di raggiunta modernità. Scrivono Larionov e Zdanevich: «La vita ha invaso l’arte, adesso è ora che l’arte invada la vita. I nostri visi dipinti sono solo l’inizio di questa invasione».
Noemi Paris