Tracciati d’Arte n. 3
LA PRIMA ARTE ETRUSCA NEI “CANOPI” DI CHIUSI
Nei sepolcreti villanoviani le ceneri dei defunti erano contenute nei vasi di argilla, con una decorazione geometrica, chiusi in cima ad una ciotola rovesciata. Una volta che i Rasenna (Tirreni-Etruschi) si sovrapposero ai villanoviani notiamo diversi cambiamenti. Al posto della ciotola troviamo prima i loro elmi crestati. Ma non solo. Osserviamo un importante trasformazione artistica. Il vaso cinerario non è più rigidamente biconico, bensì rotondo e ben panciuto. Il coperchio non è più rappresentato da una ciotola e nemmeno dall’elmo del guerriero: vi è una vera e propria testa di argilla, modellata come una maschera umana. Ci troviamo di fronte a veri e propri primitivi busti umani chiamati “canopi” con il corpo sempre più proporzionato al collo del vaso. Questi “canopi antropoidi”, ritrovati specie a Chiusi sono cosi chiamati per la loro forma umana, poiché il coperchio è modellato secondo le sembianze di una testa. Il vaso vero e proprio assume la forma di un busto. I manici prendono sempre di più l’aspetto di braccia piegate oppure persino protese in avanti. L’umanizzazione dei vecchi cinerari biconici Villanoviani è dunque compiuta. Forse questi canopi rappresentano i Lucumoni, ossia i personaggi più eminenti della città etrusca. Testa per i latini è ciò che sovrasta, quello che è in cima, come una ciotola di terracotta. Il termine busto potrebbe poi ben derivare da “combusto”, vale a dire da bruciato e incenerito. Nei “canopi” (scrive Pietro Bargellini-Belevedere-1958) non si trovava infatti il defunto, combusto, ridotto cioè in cenere? Perché non pensare allora che il termine busto non si riferisca alla ricostruzione parziale della figura umana? L’etimologia dei “canopi” ci svela lati oscuri del nostro passato.
Aldo Ercoli